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Marketing esperienziale: come usarlo davvero

Il marketing esperienziale funziona ancora

Chiariamo subito una cosa: il marketing esperienziale non vuol dire gonfiare un pallone gigante in piazza e sperare che qualcuno si emozioni. Funziona solo se l’esperienza ha senso per le persone e valore per il brand.

Negli Stati Uniti, anche in un periodo economicamente delicato, grandi catene di ristorazione stanno investendo in esperienze più mirate e coinvolgenti, spesso locali, spesso digitali. Come racconta Marketing Dive, aziende come Applebee’s o Wingstop stanno reinventando il modo di interagire con i clienti, senza buttarsi in effetti speciali inutili.

Keebler, invece, ha fatto scuola con il suo “Elf-vertising” fonte qui: esperienze ibride dove il digitale e il fisico si incontrano in modo divertente, coinvolgente, e—soprattutto—misurabile.

In poche parole: il marketing esperienziale oggi si fa con creatività, non con i fuochi d’artificio.


Ma in Lombardia che si fa? 3 idee per attività reali

1. 🍝 Ristorazione locale: esperienza sì, ma con gusto

Invece di lanciare la solita promo “3×2 su antipasto e mojito”, un ristorante a conduzione familiare o un food truck può fare molto meglio con:

  • Mini eventi tematici in collaborazione con produttori locali

  • Ricette “a puntate” da sbloccare scansionando un QR su tovagliette o scontrini

  • Sfide TikTok o Reel su come rifare un piatto a casa con 3 ingredienti del menù

Costo? Basso. Impatto? Altissimo.
Bonus se ci aggiungi una newsletter ben scritta e un WhatsApp dedicato solo ai clienti fedeli.

marketing esperienziale

2. 🧀 Consorzi e prodotti locali: la spesa può diventare un’avventura

Immagina di entrare in un supermercato e trovare:

  • Un QR sul packaging del taleggio che ti fa “entrare in stalla” con un video 360°

  • Una challenge per trovare 3 prodotti del territorio → se li scansioni, vinci una visita in azienda

  • Degustazioni interattive con esperienze sensoriali raccontate da un’app

Niente roba da Silicon Valley. Basta uno sviluppatore freelance o un partner smart. Oppure Mad Pro. 😏


3. 🛍 Retail e negozi fisici: dall’offerta all’esperienza (senza power point)

Nei centri commerciali tipo Oriocenter o Carosello, o nei negozi di paese, si può fare marketing esperienziale anche con un piccolo stand e grandi idee:

  • Profumazioni attive legate al prodotto (non solo a Natale, eh)

  • Pareti interattive dove lasciare una dedica o disegnare qualcosa

  • Esperienze di realtà aumentata che portano i clienti dentro la storia del prodotto

E se sei una boutique o un negozio di nicchia? Fai storytelling con veri oggetti da toccare, messaggi audio personalizzati e contenuti che si attivano con NFC o QR.

Esperienza ≠ evento. L’esperienza è ogni contatto tra te e il tuo cliente che gli fa dire “figata”.


Perché dovresti farlo?

Perché nel 2025 la concorrenza non è il negozio accanto, ma l’algoritmo. Se non lasci un ricordo esperienziale, resterai solo un venditore. E i venditori stanno scomparendo.

Il marketing esperienziale ti permette di:

  • Fidelizzare senza sconti: le persone tornano per quello che hanno vissuto, non per il -20%

  • Creare contenuti generati dai clienti: che poi rivendi in ADV o social

  • Raccogliere dati reali: niente più “speriamo che funzioni”


marketing esperienziale

Se pensi che il marketing esperienziale sia roba da multinazionali con budget esagerati, sappi che anche il tuo cliente si emoziona davanti a una bella storia. Solo che nessuno gliel’ha mai raccontata bene

E ora? Ti lascio con una domanda cattiva

Hai già un’idea su come far vivere un’esperienza al tuo cliente?

Se la risposta è “sì, ma non so come renderla reale”, o “no, ma mi intriga”, allora contattaci. Possiamo aiutarti a:

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